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venerdì 24 giugno 2011

RACCONTO BREVE [ DI ANTONIO IANNONE]


Salve a tutti! Innanzitutto ci tengo a ringraziare di cuore tutti voi che avete mostrato interesse nel progetto e tutti coloro che stanno inviando le loro creazioni originali all'indirizzo di mail commongblog@libero.it ! Detto questo oggi vorrei proporvi uno straordinario racconto breve di Antonio Iannone, che lo scrisse due anni fa! Godetevelo!





Nero

La pioggia picchiettava tintinnante sull'asfalto già bagnato. Quella sera il rumore del silenzio era il più assordante di tutti. Avevo deciso. Ora potevo decidere. Sarei morto dentro se non lo avessi fatto subito. E se non avessi deciso la cosa giusta.

La cosa giusta almeno per me.

Camminavo in quel vecchio paesaggio gotico e oscuro, in cui ti saresti aspettato da un momento all'altro che apparisse l'Uomo Nero. Ma l'Uomo Nero non mi faceva paura. Almeno quella sera. Piuttosto ero spaventato dall'uomo bianco col pizzetto. Da quell'uomo che prima chiamavo amico.

Febbraio. Il mese dell' Amore. Io mi amavo. Per questo stavo decidendo.

Quella sera avevo il potere di decidere, almeno per una volta, l'esito della mia vita.

Guardai in cielo. L'arcobaleno era scomparso.

Non ho mai fumato. Iniziai giusto prima di varcare la sottile linea della scelta. Avevo tenuto nascosto quel pacchetto di sigarette per giorni, mesi, anni, aspettando il momento giusto. Poi ne avevo avuto paura. Poi il momento era arrivato.

La nicotina mi inondò i polmoni. Avrei dovuto stare attento. Non potevo vomitare. Avevo fatto un patto con me stesso, un giorno:

-Quando deciderai di scegliere, inizia a fumare. Se vomiterai tutto te stesso dovrai tornare indietro. Se riuscirai a resistere, vorrà dire che sarà arrivato il tuo momento. Il momento della giustizia. -

Non vomitai. Era il momento.

Non sentivo neanche più tanto freddo, se fuori era Febbraio, dentro di me era pieno Agosto.

Sapevo che sarebbe passato di lì. Avevo studiato i movimenti di quell'auto per anni. Qualche minuto ed avrei smesso di studiarli. Accesi la seconda sigaretta.

Saltai un muretto e mi ritrovati sulla strada. Deserto. Nessuna oasi.

Eccolo. Di fronte a me. Un'ultima sferzata di vento mi inondò le guance. Ma come il fuori intorno al Castello di Dracula, quel vento non era affatto freddo.

Non potei resistere. Sorrisi. La mia bocca si allargò in puro, vero sorriso. Il mio Joker stava aspettando il suo Batman.

Aprii le braccia. Gridai. Gridai quella frase che sognavo di dire da miliardi di giorni.

-Ecco! Ora puoi! Fallo! Siamo uno di fronte all'altro! - le mie braccia si allargarono ancora e ancora. La strada era bagnata. Credo che lui non mi avesse visto. Ero senza occhiali quindi non riuscii a scorgere lo sgomento sul suo volto. Di questo mi dispiacque. Veniva. Sempre più vicino. L'Adrenalina mi suggeriva di correre. La Paura mi ordinava di star fermo. O era il contrario? Uno di fronte all'altro. Credo cercasse di frenare. Per fortuna non ci riuscì.

-E' ora! Fallo!-

...

Nero.


Ringrazio Antonio per questa perla letteraria (sperando di riceverne altre da lui) e vi invito a continuare a inviare le vostre produzioni a commonblog@libero.it, noi provvederemo a diffonderle! Alla prossima!

4 commenti:

  1. Ciao, Sono Antonio! Ti Ringrazio per averla pubblicata, è il mio preferito tra quelli che ho scritto! Mi scuso solo per avertelo inviato due volte :( Grazie Ancora.
    P.s. Hai scritto 'Rimgrazio' :D

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  2. Ciao! Grazie a te, mi è piaciuto molto! Ops, purtroppo a volte mi scappano i refusi! correggo subito grazie!!

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  3. Un gran bel racconto, Adoro la citazione a Batman e Joker, azzeccatissima

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  4. Letto tutto d'un fiato. Nasconde tratti psicologici che approfondiscono il perchè spesso si giunge a gesti così estremi. Mi è piaciuto, bravo :)

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